MITTITE RETE ET INVENIETIS

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: " Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: " Figlioli, non avete nulla da mangiare?" Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: " Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse:" E' il Signore!". (Gv 21, 1-7)

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giovedì 12 novembre 2015

San Giosafat, vescovo e martire

Ivan Kuncewicz nasce nel 1580 in Volinia (Ucraina) da genitori appartenenti alla nobiltà ucraina nonché ferventi ortodossi. Studiò a Vilnius (nell'odierna Lituania) in un periodo caratterizzato dall'intenso scontro tra ortodossi e uniati di rito greco, i quali, sulla scia del Concilio di Firenze (1451 - 1452), si erano ricongiunti alla Chiesa cattolica riconoscendo al Papa un ruolo di preminenza sugli altri vescovi.
Decidendo di aderire ai greco-cattolici, nel 1604 divenne monaco con il nome di Giosafat ed entrò nel monastero, retto dall'ordine di San Basilio, della Santa Trinità, sito in Vilnius, dove nel 1617 iniziò la riforma che portò alla nascita dell'Ordine Basiliano di San Giosafat.
Divenuto presbitero nel 1609, nonostante a detta dei suoi contemporanei avesse fino ad allora dimostrato un carattere riservato, si diede alla predicazione riscuotendo un così grande successo che nel 1617 divenne dapprima Archimandrita del suo monastero e, poco tempo dopo, fu nominato vescovo di Polatsk, sito nell'odierna Bielorussia.
Iniziò nella diocesi da lui retta una serie di riforme volte ad affermare il credo uniate, spinse con costante zelo il suo gregge all’unità cattolica, coltivò con amorevole devozione il rito bizantino-slavo, restaurò completamente la cattedrale, compose un catechismo per il popolo e compì innumerevoli visite pastorali. In una di queste, mentre si trovava a Vitebsk, fu circondato da un gruppo di ortodossi i quali lo percossero ripetutamente gettandolo infine, privo di sensi, in un corso d'acqua nel quale affogò.
Fu canonizzato dalla Chiesa cattolica nel 1867 ed è da questa ricordato il 12 novembre, giorno del suo martirio.