Nata a Buda nel 1374, dalla stirpe capetingia degli Angioini a quel tempo regnati sull’Ungheria. Sin dalla sua infanzia Edvige era stata educata a leggere abitualmente la Sacra Scrittura, il Salterio, le Omelie dei Padri della Chiesa, le meditazioni e le orazioni di San Bernardo, i Sermoni e le Passioni dei Santi ed altre opere religiose classiche. Il 18 febbraio 1386 sposò il granduca lituano Jagello, che promise di ricevere il battesimo insieme con tutta la sua nazione, ultimo baluardo pagano in Europa, nonché l’unificazione alla Polonia. Questo matrimonio cambiò la storia europea, trasferendo la frontiera della civiltà occidentale sino ai confini orientali del neonato regno polacco-lituano. Con Edvige si aprì il “secolo d’oro” della storia cristiana della Polonia, cioè il XIV secolo. Edvige è presentata solitamente nell’atto di “regnare servendo”, comportamento che ne fa immediatamente risaltare la sua maturità cristiana, fondata su una vita impregnata di fede e di carità.
Nei suoi confronti è riscontrabile inoltre un’ininterrotta ammirazione da parte del popolo polacco, accompagnata ad un vero e proprio culto ancora vivo oggi a distanza di secoli.
In Edvige vi era un intreccio di doti e virtù, religiosità e devozione, e tutto ciò contribuiva ad irradiare santità in ogni sua attività quotidiana. Dalla sua profonda ascesi cristiana, scaturì un giusto autocontrollo volto a dominare il suo carattere forte e vivace. Edvige si rivelò sempre fedele alla tradizione ed in profonda comunione con la Sede Apostolica. Al tempo stesso si dimostrò tollerante nei confronti delle altre confessioni cristiane e delle altre religioni. Il matrimonio non fu subito fruttuoso e, purtroppo ebbe modo di gioire assai poco della sua maternità fisica, perché l'unica figlia, erede al trono, Elisabetta Bonifacia morì in breve tempo dopo la sua nascita. A distanza di quattro giorni, il 17 luglio 1399, si spense anche Edvige, alla giovanissima età di 25 anni e 5 mesi. Premurosa della sorte del coniuge, preoccupata per la solidità dello Stato e per la continuità della dinastia Jagellonica, prima di morire consigliò al marito di sposare Anna di Cilli, figlia di Guglielmo e nipote del re San Casimiro il Grande. L’8 giugno 1997 a Kraków, in Polonia, SS. Giovanni Paolo II canonizzò dinnanzi ad una folla oceanica la prima regina della sua nazione, Jadwiga (Edvige), appartenente, come ricordò il Papa, alla “gloriosa stirpe degli Angioini”, dunque di sangue capetingio. Nell'omelia il Santo Padre ha ricordato come questa Santa per noi cattolici possa essere considerata come la regina Brigida di Svezia “patrona d’Europa”.
Nei suoi confronti è riscontrabile inoltre un’ininterrotta ammirazione da parte del popolo polacco, accompagnata ad un vero e proprio culto ancora vivo oggi a distanza di secoli.
In Edvige vi era un intreccio di doti e virtù, religiosità e devozione, e tutto ciò contribuiva ad irradiare santità in ogni sua attività quotidiana. Dalla sua profonda ascesi cristiana, scaturì un giusto autocontrollo volto a dominare il suo carattere forte e vivace. Edvige si rivelò sempre fedele alla tradizione ed in profonda comunione con la Sede Apostolica. Al tempo stesso si dimostrò tollerante nei confronti delle altre confessioni cristiane e delle altre religioni. Il matrimonio non fu subito fruttuoso e, purtroppo ebbe modo di gioire assai poco della sua maternità fisica, perché l'unica figlia, erede al trono, Elisabetta Bonifacia morì in breve tempo dopo la sua nascita. A distanza di quattro giorni, il 17 luglio 1399, si spense anche Edvige, alla giovanissima età di 25 anni e 5 mesi. Premurosa della sorte del coniuge, preoccupata per la solidità dello Stato e per la continuità della dinastia Jagellonica, prima di morire consigliò al marito di sposare Anna di Cilli, figlia di Guglielmo e nipote del re San Casimiro il Grande. L’8 giugno 1997 a Kraków, in Polonia, SS. Giovanni Paolo II canonizzò dinnanzi ad una folla oceanica la prima regina della sua nazione, Jadwiga (Edvige), appartenente, come ricordò il Papa, alla “gloriosa stirpe degli Angioini”, dunque di sangue capetingio. Nell'omelia il Santo Padre ha ricordato come questa Santa per noi cattolici possa essere considerata come la regina Brigida di Svezia “patrona d’Europa”.
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