Bernardino nasce l’8 settembre 1380 a Massa Marittima (Grosseto) da Albertollo degli Albizzeschi e da Raniera degli Avveduti; il padre, nobile senese, era il governatore della città.
A sei anni rimane orfano di entrambi i genitori e di lui si occuperanno i suoi parenti in particolare la cugina Tobia terziaria francescana e la zia Bartolomea terziaria domenicana, dalle quali riceverà un’ottima educazione cristiana. Nel 1396 Bernardino intraprende gli studi di Giurisprudenza presso l'Università di Siena, dove consegue il dottorato in filosofia e diritto.
Nel 1400 la città di Siena viene colpita dalla peste e, siccome anche molti medici e infermieri dell’Ospedale di Santa Maria della Scala morirono contagiati, il priore della Confraternita chiede pubblicamente aiuto, così Bernardino, che faceva parte della Confraternita dei Disciplinati di Santa Maria della Scala, si offre volontario insieme ai compagni. La sua opera nell’assistenza agli appestati dura per quattro mesi, alla fine dei quali Bernardino viene contagiato; rimane altri quattro mesi tra la vita e la morte, ma guarisce e, per un anno, si occuperà di lui la zia Bartolomea diventata cieca e sorda.
L'8 settembre del 1402 entra come novizio nel Convento di San Francesco a Siena e, per completare il noviziato, viene mandato sulle pendici meridionali del Monte Amiata, al convento sopra Seggiano, dove Bernardino vive per tre anni, fino alla professione religiosa nel 1403 ed alla ordinazione sacerdotale nel 1404. In seguito si sposta nel piccolo romitorio di Sant’Onofrio sul colle della Capriola di fronte alla città di Siena, dove vi resta per 12 anni, dedicandosi allo studio dei grandi dottori e teologi specie francescani; raccogliendo materiale ascetico, mistico e teologico. In questo stesso periodo è inviato tra i fedeli come predicatore, ma viene colpito da una malattia alle corde vocali che rende la sua voce molto fioca e, nel momento in cui sta per chiedere di essere esonerato dalla predicazione, inaspettatamente un giorno la voce ritorna, limpida, musicale e penetrante. Così Bernardino inizia la sua straordinaria vita di predicazione per le città italiane del Nord e del Centro Italia, che lo vedono protagonista anche di miracoli, eventi prodigiosi, guarigioni e riscontrare sempre un enorme successo, riconciliazioni ai Sacramenti di peccatori incalliti, conversioni clamorose e numerose.
Affinché la sua predicazione non fosse dimenticata facilmente, Bernardino con profondo intuito psicologico, la riassumeva nella devozione al Nome di Gesù e per questo inventa un simbolo dai colori vivaci che veniva posto in tutti i locali pubblici e privati, sostituendo blasoni e stemmi delle famiglie e delle varie corporazioni spesso in lotta tra loro: il trigramma -IHS- del nome di Gesù che diventa un emblema celebre e diffuso in ogni luogo.
A sei anni rimane orfano di entrambi i genitori e di lui si occuperanno i suoi parenti in particolare la cugina Tobia terziaria francescana e la zia Bartolomea terziaria domenicana, dalle quali riceverà un’ottima educazione cristiana. Nel 1396 Bernardino intraprende gli studi di Giurisprudenza presso l'Università di Siena, dove consegue il dottorato in filosofia e diritto.
Nel 1400 la città di Siena viene colpita dalla peste e, siccome anche molti medici e infermieri dell’Ospedale di Santa Maria della Scala morirono contagiati, il priore della Confraternita chiede pubblicamente aiuto, così Bernardino, che faceva parte della Confraternita dei Disciplinati di Santa Maria della Scala, si offre volontario insieme ai compagni. La sua opera nell’assistenza agli appestati dura per quattro mesi, alla fine dei quali Bernardino viene contagiato; rimane altri quattro mesi tra la vita e la morte, ma guarisce e, per un anno, si occuperà di lui la zia Bartolomea diventata cieca e sorda.
L'8 settembre del 1402 entra come novizio nel Convento di San Francesco a Siena e, per completare il noviziato, viene mandato sulle pendici meridionali del Monte Amiata, al convento sopra Seggiano, dove Bernardino vive per tre anni, fino alla professione religiosa nel 1403 ed alla ordinazione sacerdotale nel 1404. In seguito si sposta nel piccolo romitorio di Sant’Onofrio sul colle della Capriola di fronte alla città di Siena, dove vi resta per 12 anni, dedicandosi allo studio dei grandi dottori e teologi specie francescani; raccogliendo materiale ascetico, mistico e teologico. In questo stesso periodo è inviato tra i fedeli come predicatore, ma viene colpito da una malattia alle corde vocali che rende la sua voce molto fioca e, nel momento in cui sta per chiedere di essere esonerato dalla predicazione, inaspettatamente un giorno la voce ritorna, limpida, musicale e penetrante. Così Bernardino inizia la sua straordinaria vita di predicazione per le città italiane del Nord e del Centro Italia, che lo vedono protagonista anche di miracoli, eventi prodigiosi, guarigioni e riscontrare sempre un enorme successo, riconciliazioni ai Sacramenti di peccatori incalliti, conversioni clamorose e numerose.
Affinché la sua predicazione non fosse dimenticata facilmente, Bernardino con profondo intuito psicologico, la riassumeva nella devozione al Nome di Gesù e per questo inventa un simbolo dai colori vivaci che veniva posto in tutti i locali pubblici e privati, sostituendo blasoni e stemmi delle famiglie e delle varie corporazioni spesso in lotta tra loro: il trigramma -IHS- del nome di Gesù che diventa un emblema celebre e diffuso in ogni luogo.
Nel 1438 viene nominato Vicario Generale di tutti i conventi dell’Osservanza in Italia, ma nel 1442, provato nel fisico dalle malattie e dalla stanchezza rassegna le dimissioni dalla carica. Nonostante il cattivo stato di salute ed il fisico fiacco riprende i viaggi e le predicazioni. La morte lo coglie a L'Aquila il 20 maggio 1444 a 64 anni.
Dopo morto, il suo corpo esposto alla venerazione degli aquilani, grondò di sangue prodigiosamente e a tale fenomeno i rissosi abitanti in lotta fra loro, ritrovarono la via della pace.
I frati che l’accompagnavano, volevano riportare la salma a Siena, ma gli aquilani, accorsi in massa lo impedirono, concedendo solo gli indumenti indossati dal frate.
Dopo morto, il suo corpo esposto alla venerazione degli aquilani, grondò di sangue prodigiosamente e a tale fenomeno i rissosi abitanti in lotta fra loro, ritrovarono la via della pace.
I frati che l’accompagnavano, volevano riportare la salma a Siena, ma gli aquilani, accorsi in massa lo impedirono, concedendo solo gli indumenti indossati dal frate.
Sei anni dopo la morte, il 24 maggio 1450, papa Niccolò V lo proclama santo nella Basilica di S. Pietro a Roma.
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