Ritornò in famiglia e con i suoi genitori volle andare in pellegrinaggio a Loreto, a Monte Cassino, per poi spingersi sino a Roma.
Si racconta che nella Città dei Papi, notando con quanto sfarzo conducevano la vita gli alti prelati,osò richiamare un cardinale, rinfacciandogli il lusso sfrenato che non si addiceva ad uomo di Chiesa.
Rientrato a Paola, suo paese, appena tredicenne, volle ritirarsi in una grotta e condurre vita eremitica.
La sua fama di solitario penitente che si nutriva di erbe e radici, si espanse per tutto il territorio calabrese. Molti giovani, incoraggiati dal suo esempio, lo imitarono e si unirono a lui.
Sorse così una numerosa comunità che venne chiamata degli 'Eremiti di San Francesco'. Man mano che la sua fama si diffondeva, il Nostro santo veniva chiamato da più località per far sorgere nuove comunità ispirate al suo carisma di povertà e austera vita di penitenza.
Volle spingersi anche in Sicilia. Per attraversare lo Stretto di Messina chiese ad un pescatore di Catona, un sobborgo vicino Reggio Calabria, di farlo traghettare con la sua barca. Al rifiuto del barcaiolo, Francesco, uomo d'immensa fede, non si scoraggiò. Stese il suo mantello sulle acque del mare e in compagnia di un suo confratello, attraversò lo Stretto. Pare che sia sbarcato nel punto in cui oggi si trova la Chiesa di Santa Maria dell'Arco, chiamata dai fedeli Chiesa di San Francesco di Paola.
A Milazzo fu accolto con segni di vivissimo giubilo. Intanto la sua opera si allargava e la sua notorietà arrivava sino a Roma alla corte papale. La gente accorreva per cercare nel santo aiuto e benedizioni.
Egli lottava e difendeva i poveri dai soprusi e dalle prepotenze dei potenti. La sua voce tonante in difesa dei derelitti fu ritenuta pericolosa dallo stesso Re di Napoli, Ferrante di Aragona. Pure Papa Paolo II intervenne. Inutili furono i tentativi di zittirlo.
Francesco era servo fedele della Chiesa e possedeva la forza e la saggezza dei santi. Diceva: 'A chi ama e serve Dio con sincerità tutto è possibile'. Nel 1471 Sisto IV, papa della Rovere, confermò la sua prima Regola. Questo stesso Pontefice, volle che si recasse in Francia per curare Re Luigi XI, affetto da grave malattia, e chiedeva il suo intervento di taumaturgo.
Francesco, da umile e sottomesso figlio della Chiesa, obbedì con molto dispiacere. Lasciò il suo paese, Paola, e i suoi confratelli ed intraprese il lungo viaggio per la terra francese.
Si fermò a Napoli, dove venne accolto da numerosa gente. Il Re Ferrante lo ricevette con molti onori e, gli offrì un vassoio pieno di monete d'oro. Francesco, con l'ardire ed il coraggio che gli venivano dalla sua santità, prese una di quelle monete e la spezzò. Ne uscì sangue: 'Questo è sangue dei tuoi sudditi che grida vendetta agli occhi di Dio'.
Soggiornò anche a Roma. Il Papa lo colmò di onori e gli propose di ordinarlo sacerdote. Francesco, umilmente, rifiutò, perchè similmente al Serafico d'Assisi, si sentiva indegno. In Francia Francesco beneficò e aiutò schiere di poveri. Operò un gran numero di miracoli. Re Luigi XI non guarì ma morì confortato e assistito dal Nostro Santo. Il nuovo Re Carlo VIII, non gli consentì di ritornare in Calabria. Lo tenne con sè come sapiente consigliere. A Parigi san Francesco completò la Regola del suo Ordine e volle che i suoi monaci si chiamassero 'Minimi'.
San Francesco morì il 2 aprile 1507 a Plessis, vicino la città di Tours, dove venne sepolto: era venerdi santo ed aveva novantuno anni.
Purtroppo, dopo cinquant'anni dalla sua sepoltura, gli Ugonotti, eretici calvinisti, profanarono la sua tomba e bruciarono il suo corpo incorrotto.
Il nome di San Francesco di Paola ebbe rapidamente una diffusione universale. Dopo appena dodici anni dalla sua morte, Papa Leone X lo elevò agli onori degli altari. Sorsero Chiese in suo onore in tutti i Paesi europei. A Messina è tutt'ora ricordato con devozione. Ancora oggi i pescatori e gli uomini di mare, lungo la riviera nord dello Stretto, lo chiamano 'u Santu Patri'. La sua immagine con il simbolo CHARITAS è venerata in molte case di barcaioli. Papa Pio XII nel marzo 1943, nel ricordo del suo prodigioso attraversamento dello Stretto di Messina, lo proclamava Celeste Patrono della gente di mare della Nazione italiana.
Il pellegrino che visita il Santuario del Santo, a Paola, potrà vedere l'affresco che illustra questo miracolo, nell'abside del Tempio. Pittori, scultori, musicisti nell'arco di cinquecento anni, hanno esaltato la figura di questo umile eremita calabrese.
Esiste pure una composizione per pianoforte del musicista ungherese F. Liszt:'San Francesco di Paola che cammina sulle onde'.
PER GENTILE CONCESSIONE DI GIOVANNI MANGANO
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