MITTITE RETE ET INVENIETIS

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: " Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: " Figlioli, non avete nulla da mangiare?" Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: " Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse:" E' il Signore!". (Gv 21, 1-7)

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mercoledì 20 giugno 2012

Madonna della Consolata

Il popolo cattolico torinese oggi festeggia la sua Celeste Patrona: la Consolata. Le origini di questa tradizione sono molto remote e risalgono al tempo della costruzione, a ridosso delle mura cittadine presso la torre, di una chiesa dedicata alla Vergine dal protovescovo san Massimo. Fu l'anziano Re Arduino di Ivrea che, ritiratosi nell'Abbazia di Fruttuaria, ebbe in sogno disposizioni dalla Madonna per costruire tre chiese, una delle quali a Torino. La Vergine apparve anche ad un cieco, Giovanni Ravachio, al quale disse di recarsi a Torino dove, davanti ad un quadro che la rappresentava, avrebbe riacquistato la vista. Egli si mise in viaggio e, giunto a Torino, vide il Campanile della chiesa di sant'Andrea (antico nome della Basilica della Consolata), vi si incamminò e arrivato lì cominciò a scavare e trovò l'icona della Madonna e, come ella aveva promesso, riacquistò completamente la vista. L'icona, molto probabilmente era stata sotterrata per evitare la distruzione da parte degli iconoclasti che seguirono il vescovo Claudio. Purtroppo quella stessa icona è andata perduta nel tempo. L'immagine attuale è dono del cardinale Della Rovere, è stata dipinta verso il XV sec. ed attribuita ad Antoniazzo Romano, che l'avrebbe creata su ispirazione della Salus Populi Romani. La Vergine Consolata non ha mai fatto mancare alla città di Torino il suo materno aiuto e la sua protezione. La Basilica è stata la meta preferita di tanti santi e soprattutto di quelli Piemontesi.  S. Carlo Borromeo e S. Francesco di Sales, S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, Don Bosco che portava qui i suoi ragazzi dal vicino Valdocco, S. Giuseppe Cafasso (qui sono venerate le sue spoglie), S. Leonardo Murialdo fuori dal portone faceva la questua per le sue opere, S. Ignazio da Santhià si raccoglieva lungamente in preghiera durante il suo giro in città prima di salire al Monte, il Beato Pier Giorgio Frassati vi sostava per la Messa prima di recarsi nelle soffitte dai poveri, S. Giuseppe Marello vi fu miracolato da ragazzo, la Beata Enrichetta Dominici del vicino Istituto S. Anna, il Venerabile Pio Brunone Lanteri fondatore degli Oblati di Maria Vergine che nell’800 ressero il Santuario. Inoltre diversi Istituti Religiosi hanno preso il nome dalla Consolata, tra cui i Missionari e le Missionarie della Consolata di Giuseppe Allamano, la cui biografia ho scritto qui.
La Basilica è un punto spirituale di riferimento per l'intera città e la diocesi di Torino. 
  


























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