Pietro Damiani nacque a Ravenna nel 1007. La famiglia numerosa, che viveva nel disagio, aveva origini nobiliari. Il suo primo biografo, suo segretario e poi suo successore nel Priorato, san Giovanni di Lodi, narra che la madre, dandolo alla luce, non voleva neppure allattarlo. Rimasto, di lì a poco, orfano dei genitori, venne allevato da una sua sorella Rodelinda, e successivamente, adottato dal fratello maggiore Damiano, arciprete, del quale assunse il nome, che, col tempo, divenne Pier Damiani. Studiò a Faenza e a Parma, con profitto e dedizione, tanto che a venticinque anni era già apprezzato e bravo insegnante. Era pure conosciuto come 'uno dei migliori latinisti del suo tempo'. Ebbe successo, ma forse, ricordandosi delle peripezie della sua infanzia, a 27 anni sente forte il desiderio di dedicarsi alla vita contemplativa. Entra, deciso, nell'Eremo di Fonte Avellana, nelle marche, dove ancora aleggiava lo spirito di san Romualdo, la cui santità di vita fu, per lui, perenne fonte di emulazione. Vi soggiornavano, in quel monastero, una ventina di eremiti, dediti alla preghiera ed alla meditazione. Il suo ascetismo , la sua mortificazione ed il suo austero comportamento, indussero i suoi confratelli a volerlo come guida spirituale e poi come Priore nel 1043. Sotto la sua direzione l'eremo si espande, creando nuove case nelle Marche, in Umbria ed in altre regioni limitrofe. Il secolo in cui visse san Pier Damiani era tempo di lotte per le investiture e di conflitto tra Papato ed Impero. Nel 1057aveva appena finito di scrivere la 'Regula vitae eremiticae', il Papa Stefano IX (Federico di Lorena) chiese e volle che Pier Damiani gli fosse vicino per aiutarlo a riformare la Chiesa, estirpando il male dei vescovi simoniaci e la piaga dei preti concubini (nicolaiti). Lo nominò, pertanto, vescovo di Ostia e cardinale, arrivando perfino a minacciarlo di scomunica se non avesse accettato il porporato. Costretto così a lasciare la vita di solitudine d i Fonte Avellana, si trasferì Roma, ove conobbe il monaco Ildebrando di Soana, divenuto poi Papa con il nome di Gregorio VII. Gli incarichi lo assillavano: intraprende nel 1059 un viaggio a Milano per pacificare il clero in preda agli scontri tra il movimento dei Patarini contro quello dei Nicolaiti. Portò la pace, anche se durò pochi anni, mentre persisteva tra i Papi e l'impero una non facile convivenza. Stanco, san Pier Damiani, dal Papa Alessandro II (Anselmo da Baggio) nel 1062 il permesso di rientrare a Fonte Avellana, ansioso com'era di riprendere la vita di preghiera e di austerità. Rinuncia al vescovato di Ostia. Nella quiete del suo eremo scrive la 'De Sancta Semplicitate', la 'Vita beati Romualdi', il 'Liber Gratissimus' contro la simonia, il 'Liber Gommorrhianus' per i peccati contro natura. In difesa della legittimità dell'elezione di Papa Alessandro II scrive la 'Disceptatio Synodalis'.
Spesso, purtroppo, deve lasciare il monastero per risolvere questioni anche delicate , come quella nel 1069, di far recedere Enrico IV dal proposito di divorziare da Bertha di Savoia. Nel 1072 si reca a Ravenna per portare la pace: il vescovo della sua città natale, aveva provocato l'interdetto del Papa sulla sessa per aver riconosciuto l'antipapa Onorio II. Durante il rientro, però, mal ridotto in salute, si ferma a Faenza nel monastero dei benedettini di Santa Maria foris portam (oggi Santa Maria vecchia).
Muore nella notte tra il 22 e il 23 febbraio1072: aveva 67 anni.
Le sue spoglie riposano nella Cattedrale di Faenza. Venerato subito come santo, ebbe riconosciuto il suo culto ufficialmente e venne proclamato anche Dottore della Chiesa, per i suoi numerosi scritti di contenuto teologico, da Papa Leone XII nel 1828.
Per gentile concessione dell'amico Giovanni Mangano
Ciao Martina.Una vita instancabille contro l'eresia e l'infedeltà al papato di Roma,mi piace conoscere, un po di più, suqueste vite esemplari.Un abbraccio
RispondiEliminaxtobefree, davvero una vita esemplare e coraggiosa al servizio del Papa. Come dobbiamo fare noi adesso. Un abbraccio
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