Il Principe della Corona d'Austria nasce il 17 agosto 1887 nel castello di Persenbeug, suo padre è Ottone d'Asburgo e la madre Giuseppina di Sassonia, donna ricca di fede e di carità cristiana, che ancora piccolo, lo sottrae agli istitutori dello Stato per educarlo personalmente e affidarlo poi ad ottimi maestri cattolici. Sua Altezza cresce distinguendosi per la fede, la purezza, la bontà, la carità, la generosità, l'amore per Gesù Eucaristia. A 16 anni intraprende la carriera militare: vive come uno qualsiasi dei suoi soldati. Diventa un perfetto ufficiale: sa comandare e ubbidire. Nel contempo frequenta l'università di Praga. A 20 anni parla una decina di lingue ed è molto ammirato dalle principesse d'Europa. Alla Corte di Vienna conosce la Principessa Zita di Borbone-Parma (Serva di Dio) e se ne innamora ricambiato. Sotto la guida del gesuita Padre Andlau, Carlo e Zita si preparano al sacramento del matrimonio, pregando e facendo opere di penitenza e di carità. Il 21 ottobre 1911, nel castello di Schwarzau, Mons. Bisletti, mandato dal Papa Pio X, benedice le nozze di Carlo e di Zita.
Terminato il rito, Carlo dice alla sua sposa: «E ora dobbiamo aiutarci insieme per raggiungere il Paradiso». Subito partono per Marianzell, il santuario mariano dell’Austria, dove si affidano alla Madonna. Dal matrimonio di Carlo e Zita nasceranno otto figli. Una sera del maggio 1914, Francesco Ferdinando invitò a cena, nella reggia di Vienna, Carlo e la sua famiglia. Il principe ereditario gli disse: «So che tra poco mi uccideranno. Ti affido i documenti di questa scrivania». Il 28 giugno, Francesco Ferdinando cadeva a Sarajevo e Carlo diventa l’erede al trono. Due anni dopo, alla morte di Francesco Giuseppe, il 21 novembre 1916, Carlo d’Asburgo sale al trono imperiale, Carlo I è imperatore d'Austria e Re d'Ungheria. Questa circostanza lo vede di nuovo a Marianzell e là affida il suo Regno a Maria Santissima. Intanto la guerra iniziava su tutti i fronti d’Europa e Carlo I ha una solo pensiero: la pace. Nessuno come lui, in quel difficile momento per l' intera Europa, ascoltò il Papa Benedetto XV nel ricercare la pace non lasciando nulla di intentato, rivolgendosi a tutte le altre nazioni in guerra, mandando come intermediario suo cognato Sisto di Borbone. Occorreva arrivare alla pace. Ma il nemico principale era la massoneria che aveva giurato di far sparire dall’Europa quell’Imperatore cattolico che viveva la sua fede in chiesa come in politica e che non aveva mai permesso che una sola loggia massonica si aprisse nei suoi Stati.
Terminato il rito, Carlo dice alla sua sposa: «E ora dobbiamo aiutarci insieme per raggiungere il Paradiso». Subito partono per Marianzell, il santuario mariano dell’Austria, dove si affidano alla Madonna. Dal matrimonio di Carlo e Zita nasceranno otto figli. Una sera del maggio 1914, Francesco Ferdinando invitò a cena, nella reggia di Vienna, Carlo e la sua famiglia. Il principe ereditario gli disse: «So che tra poco mi uccideranno. Ti affido i documenti di questa scrivania». Il 28 giugno, Francesco Ferdinando cadeva a Sarajevo e Carlo diventa l’erede al trono. Due anni dopo, alla morte di Francesco Giuseppe, il 21 novembre 1916, Carlo d’Asburgo sale al trono imperiale, Carlo I è imperatore d'Austria e Re d'Ungheria. Questa circostanza lo vede di nuovo a Marianzell e là affida il suo Regno a Maria Santissima. Intanto la guerra iniziava su tutti i fronti d’Europa e Carlo I ha una solo pensiero: la pace. Nessuno come lui, in quel difficile momento per l' intera Europa, ascoltò il Papa Benedetto XV nel ricercare la pace non lasciando nulla di intentato, rivolgendosi a tutte le altre nazioni in guerra, mandando come intermediario suo cognato Sisto di Borbone. Occorreva arrivare alla pace. Ma il nemico principale era la massoneria che aveva giurato di far sparire dall’Europa quell’Imperatore cattolico che viveva la sua fede in chiesa come in politica e che non aveva mai permesso che una sola loggia massonica si aprisse nei suoi Stati.
Il novembre del 1918 segnò il crollo dell’Impero. Nelle città dei suoi Stati era la rivolta. Il 12 novembre a Vienna si proclamava la repubblica. Tutto avveniva secondo i piani della massoneria. L’11 novembre, Carlo aveva abdicato al trono. Cominciava per lui l’esilio. Il 24 marzo 1919, riparava in Svizzera. Nel 1921, seguirono due tentativi da parte del sovrano di riprendere la corona d’Ungheria a cui non aveva mai rinunciato. Il 24 ottobre, insieme a Zita, fu fatto prigioniero dalle truppe di Horty, il reggente di Ungheria e consegnato agli Inglesi. Caricati su una nave, attraverso il Danubio, il Mar Nero, il Mediterraneo, Carlo e Zita furono portati nell’isola di Madera, in mezzo all’Atlantico. Ora aveva perso davvero tutto, il trono, i beni temporali, povero tra i poveri. Solo il Papa pensava a lui e ai suoi familiari. Qui tra privazioni e povertà si ammala gravemente di polmonite e il 1 aprile 1922, a soli 35 anni rende la sua bellissima anima a Dio: aveva offerto la sua vita per il bene dei suoi popoli.
Il momento della morte merita di essere conosciuto: Carlo morente e la sua sposa Zita pregano insieme il Rosario, le litanie alla Madonna e cantano il Te Deum in ringraziamento a Dio per la croce posatasi sulle loro spalle. Il cappellano gli amministra l’Unzione degli Infermi e Carlo desidera avere vicino il figlioletto Ottone: «Desidero che veda come muore un cattolico». Il sacerdote espone il Santissimo Sacramento nella stanzetta. Carlo lo adora: «Gesù, io confido in Te. Gesù, in Te vivo, in Te muoio. Gesù io sono tuo, nella vita e nella morte. Tutto come vuoi Tu».
Il sacerdote lo comunica e lui si raccoglie sereno, ilare di un’intima gioia. Zita gli dice: «Carlo, Gesù, viene a prenderti» e lui le risponde: «Oh sì, Gesù, vieni». Poi ancora: «Oh, Gesù, Gesù!». Alle ore 12 e 23 minuti Carlo I d'Austria inizia a contemplare il suo Gesù.
Il sacerdote lo comunica e lui si raccoglie sereno, ilare di un’intima gioia. Zita gli dice: «Carlo, Gesù, viene a prenderti» e lui le risponde: «Oh sì, Gesù, vieni». Poi ancora: «Oh, Gesù, Gesù!». Alle ore 12 e 23 minuti Carlo I d'Austria inizia a contemplare il suo Gesù.
Il medico che lo curava, miscredente, esclamò: «Alla morte di questo santo, devo ritrovare la fede perduta». E si convertì. Da tutta l’isola vennero a rendergli omaggio. Beatificato il 2 ottobre 2004 da Papa Giovanni Paolo II.
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