MITTITE RETE ET INVENIETIS

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: " Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: " Figlioli, non avete nulla da mangiare?" Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: " Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse:" E' il Signore!". (Gv 21, 1-7)

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martedì 11 settembre 2012

San Jean-Gabriel Perboyre

Jean-Gabriel nasce a Montgesty (Francia) il 6 gennaio 1802, negli anni in cui imperversa la persecuzione napoleonica. Fin da giovanissimo Jean-Gabriel ha nel cuore l'amore per Gesù. Suo padre possiede un podere ed egli lo aiuta volentieri occupandosi di sorvegliare gli operai. Ancora quindicenne entra in seminario per fare compagnia al fratello minore, ma qui si appassiona alla vita religiosa e chiede di essere ammesso alla Congregazione della Missione fondata da san Vincenzo dè Paoli. Viene ordinato sacerdote a Parigi nella cappella della Casa Madre, il 23 settembre 1826 a 24 anni. Il 2 maggio 1831 muore suo fratello, Padre Louis Perboyre, mentre è in viaggio per raggiungere la Cina, così Padre Jean-Gabriel prende il suo posto. Il 29 agosto dello stesso anno approda a Macao dove si ferma qualche mese per intraprendere lo studio della lingua cinese, prima di essere inviato nella provincia centro-meridionale di Honan. Qualche tempo dopo, viene nominato primo vicario generale. Segue un anno e mezzo di appassionante lavoro apostolico nella provincia di 174 mila chilometri quadrati, in mezzo a fatiche e difficoltà di ogni genere, le prime persecuzioni comprese.
Nel gennaio 1838, è trasferito nella provincia di Hupeh, dove ancora più intensa si fa la sua attività missionaria. Quando s
coppia la persecuzione anti-cattolica P. Jean-Gabriel si vede costretto a cercare scampo nascondendosi, ma viene tradito da un cristiano che, sedotto dalla taglia posta sul missionario, rivela il suo nascondiglio.
Il Padre viene catturato a Tcha-yuen-keu, il 26 settembre 1839 e condotto a Kwang-Ytang, dove subisce un primo e lungo interrogatorio, accompagnato da crudeli torture. Trasferito il giorno seguente a Ku-gheng soffre altri interrogatori e torture, rinchiuso poi nelle malsane prigioni di Wuchang, dove rimane otto mesi tra atroci sevizie e sofferenze; in attesa che la sua condanna a morte, pronunciata contro di lui dal tribunale locale, sia ratificata dall’imperatore che giunge il mattino dell’11 settembre 1840. A mezzogiorno, il P. Jean-Gabriel Perboyre, 38 anni di età, veniva crocifisso come Gesù e finito a colpi di spada. Tutto si era compiuto, proprio come lui aveva desiderato, quando ancora si preparava al sacerdozio: la vita e il sangue per Gesù.
Le sue spoglie mortali, deposte sulla “Montagna rossa”, il cimitero della città dove era stato giustiziato, poterono essere traslate in Francia nel 1860 e deposte nella Casa-madre della sua Congregazione. Papa Gregorio XVI sin dal 1843 aveva iniziato la sua causa di beatificazione. Il 10 novembre 1889, Leone XIII lo iscrisse tra i beati. Giovanni Paolo II lo iscrisse tra i santi. 

 
    

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