Nell'inverno del 1551, Francesco viene richiamato da urgenti affari, in Giappone lascia oltre 1.000 cristiani. Il 17-4-1552 approda nell'isola di Sanciano con un servo cinese convertito, Antonio di Santa Fe. Ad un amico il Santo scrisse: "Pregate molto per noi, perché corriamo grande pericolo di essere imprigionati. Tuttavia, già ci consoliamo anticipatamente al pensiero che è meglio essere prigionieri per puro amor di Dio, che essere liberi per avere voluto fuggire il tormento e la pena della croce". Le fatiche avevano imbiancato i suoi capelli. Quante volte, sempre immerso nella preghiera, aveva dovuto camminare a piedi nudi e sanguinanti o passare a guado fiumi gelati! Quante volte, affamato e intirizzito, era stato cacciato dalle locande a sassate! Sovente cadde esausto sul ciglio delle strade. Per poter proseguire il suo viaggio talora dovette occuparsi come stalliere presso viaggiatori più fortunati.
Nel rigido inverno, Francesco si ammala di polmonite, e privo com'era di ogni cura muore in una capanna il 3-12-1552 dopo avere più volte ripetuto: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! O Vergine, Madre di Dio, ricordati di me!". Il suo corpo viene seppellito dal servo nella parte settentrionale dell'isola, in una cassa ripiena di calce. Due anni dopo fu trasportato, integro e intatto, prima a Malacca e poi a Goa, dove si venera nella chiesa del Buon Gesù.
Viene beatificato da Papa Paolo V il 21-10-1619 e Papa Gregorio XV lo canonizza il 12-3-1622. Si calcola che il Santo missionario abbia conferito il battesimo a circa 30.000 pagani.
Liberamente tratto da www.santiebeati.it
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