La Cina è stata terra di missione fin dal secolo V. Ma fu soprattutto dal XVI secolo, con l'avvento dei missionari, in modo particolare i Gesuiti (va ricordata la grande figura di Padre Matteo Ricci), che il Cristianesimo fu visto come una realtà che non si opponeva ai più alti valori delle tradizioni del popolo cinese, né si sovrapponeva ad essi, ma li arricchiva di una nuova luce e dimensione, a tal punto che la qualità della vita religiosa di questi missionari fu ciò che indusse non poche persone di alto livello a sentire il bisogno di conoscere meglio lo spirito evangelico che li animava e, quindi, di essere istruiti nei riguardi della religione cristiana: il che fu fatto in maniera confacente alle loro caratteristiche culturali e al modo di pensare. Così alla fine del XVI secolo ed all'inizio del XVII, numerosi furono coloro che, una volta ottenuta la dovuta preparazione, chiesero il battesimo e divennero ferventi cristiani, sempre mantenendo con giusta fierezza la loro identità di cinesi e la loro cultura. In quegli anni l'azione missionaria e la diffusione del messaggio evangelico si svilupparono notevolmente e molti furono i cinesi che, attratti dalla luce di Cristo, domandarono di poter ricevere il battesimo.
Fu l'imperatore K'ang Hsi a preparare il terreno alla persecuzione (fortemente influenzata da quella del vicino Giappone) dove più dove meno, aperta o subdola, violenta o velata, che praticamente si estese con successive ondate dalla prima decade del secolo XVII a circa la metà del secolo XIX, uccidendo missionari e fedeli laici e distruggendo non poche chiese.
Il 15 gennaio 1648 i Tartari Manciù, avendo invaso la regione del Fujian e dimostrandosi ostili alla religione cristiana, uccisero il Beato Francesco Fernández de Capillas, sacerdote dell'Ordine dei Frati Predicatori. Dopo averlo imprigionato e torturato, lo decapitarono mentre recitava con altri i misteri dolorosi del Rosario.
Il Beato Francesco Fernández de Capillas è stato riconosciuto dalla Santa Sede come Protomartire della Cina.
Il Beato Francesco Fernández de Capillas è stato riconosciuto dalla Santa Sede come Protomartire della Cina.
Mentre il cattolicesimo era stato autorizzato da alcuni Imperatori dei secoli precedenti, l'Imperatore Kia-Kin (1796-1821) pubblicò invece numerosi e severi decreti contro di esso. Il primo risale al 1805; due editti del 1811 erano diretti contro coloro che, fra i cinesi, studiavano per ricevere gli ordini sacri e contro i sacerdoti propagatori della religione cristiana. Un decreto del 1813 esonerava da ogni castigo gli apostati volontari, cioè i Cristiani che dichiaravano spontaneamente di abbandonare la fede cristiana, però colpiva tutti gli altri.
In questo periodo subì il martirio il Beato Pietro Wu, laico catechista, cinese. Nato da famiglia pagana, ricevette il battesimo nel 1796 e passò il restante della sua vita annunziando la verità della religione cristiana. Tutti i tentativi per farlo apostatare furono vani. Emessa la sentenza di morte contro di lui, fu strangolato il 7 novembre 1814.
In questo periodo subì il martirio il Beato Pietro Wu, laico catechista, cinese. Nato da famiglia pagana, ricevette il battesimo nel 1796 e passò il restante della sua vita annunziando la verità della religione cristiana. Tutti i tentativi per farlo apostatare furono vani. Emessa la sentenza di morte contro di lui, fu strangolato il 7 novembre 1814.
Si apriva, in terra cinese, il crudele periodo di persecuzione 'in odium fidei', che ha fatto numerosissimi martiri.
Oggi vengono ricordati coloro che sono stati uccisi a partire dal 1648 fino al 1930 in diversi luoghi della Cina.
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