Nella fertile campagna che circonda le poche case, è solito pascolare la sua piccola mandria il vaccaro Bartolomeo Coppa, sordomuto. Un giorno di maggio del 1521 (la tradizione fissa il giorno 8 maggio), gli appare la Madonna sotto le sembianze di una Signora vestita di bianco, con il mantello azzurro. La Signora, come prima cosa, ridona miracolosamente a Bartolomeo l’uso della parola e dell’udito, e poi gli affida l’incarico di invitare, a nome suo, gli abitanti di Fossano a cambiare vita, a fare penitenza dei propri peccati, per scongiurare i castighi del Signore.
I Fossanesi si stupiscono nel sentire Bartolomeo parlare correttamente, improvvisamente guarito, ma si beffano di lui e del suo messaggio. Deluso per la sua mancata missione, Bartolomeo ritorna a pascolare la mandria, ma tre giorni dopo, stanco si addormenta ed in sogno gli appare nuovamente la Madonna vestita, questa volta, di rosso con un grande manto blu sulle spalle. Lo incoraggia a rinnovare il suo messaggio ai Fossanesi e, vedendolo affamato, gli porge tre pani.
Svegliatosi, Bartolomeo si rende conto che non tutto è stato un sogno; difatti accanto alla bisaccia vi sono i tre pani uniti tra loro, simili a quelli che la Signora gli aveva consegnato nel sogno.
Rinfrancato dal fatto straordinario accadutogli, Bartolomeo ritorna a ripetere con coraggio l’ammonizione ai suoi concittadini i quali, ancora una volta, non si danno per intesi.
Rinfrancato dal fatto straordinario accadutogli, Bartolomeo ritorna a ripetere con coraggio l’ammonizione ai suoi concittadini i quali, ancora una volta, non si danno per intesi.
La peste
Nell’autunno dello stesso anno, nel territorio si diffonde una terribile pestilenza che porta con sé non meno di tremila vittime. Gli abitanti della zona si ricordano allora delle parole della Madonna che li esortava a cambiare vita ed a fare penitenza dei propri peccati. Iniziano le processioni penitenziali sul luogo delle apparizioni e viene costruita, negli anni successivi, una piccola Chiesa a ricordo del «miracolo di Cussanio». Bartolomeo, nei restanti anni della sua lunga vita è solito girare in città e nelle campagne vestito di una tunica azzurra, con a tracolla una sciarpa parimenti azzurra, in ricordo della Madonna che gli era apparsa con il manto blu.
Riconoscimento delle apparizioni
Il primo Vescovo della nuova Diocesi eretta in Fossano, Mons. Camillo Daddeo, nel 1593 visita la chiesetta, la trova in pessime condizioni e ne ordina adeguati restauri. Qualche anno dopo il vescovo inizia il processo apostolico per verificare l’autenticità delle apparizioni della Madonna.
Il processo dura dal 1604 al 1609 e, fortunatamente possono ancora essere ascoltati testimoni che hanno conosciuto Bartolomeo Coppa, lo hanno sentito raccontare i fatti da lui vissuti, ammalati hanno mangiato tozzi di quel pane e sono sorprendentemente stati guariti. Copia manoscritta delle testimoniali del processo è conservata nell’archivio storico del comune di Fossano.
La piccola Chiesa di Cussanio viene affidata ai Padri Agostiniani della Congregazione di Genova, i quali si impegnano subito nel costruire, con la collaborazione di generosi Fossanesi, il Santuario con annesso Convento. La devozione alla Madonna di Cussanio si diffonde rapidamente, ad opera degli Agostiniani, non solo nel territorio di Fossano, ma anche nella vasta zona delle valli alpine del cuneese, del saluzzese e nella pianura verso Racconigi e Bra.
Le vicende storiche portano, per il Santuario, momenti gloriosi e periodi di decadenza. La Rivoluzione francese, con Napoleone, nel 1802 sopprime le corporazioni religiose. I Padri Agostiniani sono secolarizzati ed espulsi, il Santuario ed il Convento confiscati. Nel 1866 le leggi Siccardi del Governo italiano, espropriano nuovamente i beni del Santuario, ed il Convento è occupato dal Demanio.
La rinascita ad opera del vescovo Manacorda
Il 10 marzo del 1872, fa il solenne ingresso in Diocesi di Fossano il vescovo Mons. Emiliano Manacorda, carissimo al Papa Pio IX e grande amico di Don Bosco. Recatosi quanto prima a Cussanio, il vescovo si rende conto dello stato pietoso e dello squallore in cui è caduto il Convento costruito due secoli prima dai Padri Agostiniani, dell’abbandono di quella chiesa campestre ridotta alle sole pareti, delle rovine coperte di solitudine. Il Convento, incamerato dal Demanio, diventato deposito di paglia e di attrezzi agricoli, è in procinto di essere venduto.
Si parla che debba diventare ospedale militare o psichiatrico.
Il giovane vescovo si impegna subito perché Cussanio diventi nuovamente centro della devozione mariana, anzi faro dell’amore a Maria per la Diocesi e non solo. Viste inutili le richieste di restituzione del Convento all’Opera degli Esercizi Spirituali ed al Seminario, cita con coraggio in tribunale il Demanio che lo ha illegalmente occupato.
Il giovane vescovo si impegna subito perché Cussanio diventi nuovamente centro della devozione mariana, anzi faro dell’amore a Maria per la Diocesi e non solo. Viste inutili le richieste di restituzione del Convento all’Opera degli Esercizi Spirituali ed al Seminario, cita con coraggio in tribunale il Demanio che lo ha illegalmente occupato.
Ma le difficoltà legali si moltiplicano e si prolungano per tutto il 1873.
Un giorno, più afflitto che mai nel profondo del cuore, alzando lo sguardo all’immagine della Madonna che pende alla parete del suo ufficio, come ispirato, Mons. Manacorda esclama:
Un giorno, più afflitto che mai nel profondo del cuore, alzando lo sguardo all’immagine della Madonna che pende alla parete del suo ufficio, come ispirato, Mons. Manacorda esclama:
«O Vergine SS., queste cause io le affido a Voi; fatemi vincere queste liti ed io renderò più bella la vostra casa di Cussanio, anzi Vi giuro che là vi farò rendere un culto speciale, sotto il titolo di Madre della Divina Provvidenza...; che se lasciate compiere l’opera degli empi, non solo non esisterà il convento, ma deserta sarà pure la Vostra casa».
A tanta confidenza e a così solenne promessa, la Madonna dal cielo avrà sorriso di compiacenza! La vertenza prende un avvio favorevole e nel 1874 il Convento ritorna all’Opera degli Esercizi Spirituali ed al Seminario. Il vescovo si accinge immediatamente, con riconoscenza, all’opera di restaurazione delle strutture materiali, ma soprattutto alla diffusione della devozione alla Madonna tra i diocesani ed i devoti di Cussanio.
Nella sua continua ardente e pia predicazione non cessa di parlare delle predilezioni della Madonna per i suoi fedeli, e dei suoi tre atti di provvidenza materna: la parola al muto, il pane all’affamato, il salutare richiamo alla conversione, sinteticamente racchiusi nel bellissimo e devoto quadro del Claret, posto sull’Altare centrale del Santuario.
Scritto da Don Mario Morra
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2008 - 5
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2008 - 5
Qué bella historia!!!.
RispondiEliminaDebe de ser un hermoso santuario digno de visitar.
Feliz día, Martina.
Un beso muy grande.
AMALIA, è un bel santuario, con all'interno dei magnifici dipinti. Quello che vedi nel post è sull'altare maggiore. La Madre della Divina Provvidenza ha fatto (e continua ancora adesso) tantissimi miracoli, testimoniati da innumerevoli ex-voto, tutti custoditi dietro l'altare maggiore.
EliminaUn grande abbraccio