Filippo nasce a Firenze il 21 luglio 1515 dal notaio ser Francesco e Lucrezia. Ancora bambino resta orfano di madre che muore dopo aver dato alla luce il suo quarto figlio. Filippo è gentile, educato, pio, buono, vivace e lieto, tutti lo chiamano il 'Pippo buono'. a diciotto anni lascia Firenze e l'attività del padre per andare a Roma dove, per vivere, fa il precettore dei figli del fiorentino Galeotto Caccia, che lo ospita in casa sua, scrive poesie, studia filosofia e teologia. Nel contempo cura in maniera ammirabile ed intensa, la vita dello spirito, con la preghiera e la meditazione, prediligendo i luoghi solitari e suggestivi. Nel 1544, durante una intensa notte di preghiera nelle catacombe di san Sebastiano, riceve, in forma sensibile, il dono dello Spirito Santo che gli dilata il cuore infiammandolo di un fuoco che arderà nel petto del santo fino al termine dei suoi giorni. Sotto la direzione spirituale di P. Persiano matura lentamente la chiamata alla vita sacerdotale. Filippo se ne sente indegno, ma si abbandona all'obbedienza fiduciosa del padre spirituale. A trentasei anni, il 23 maggio del 1551, dopo aver ricevuto gli ordini minori, il suddiaconato ed il diaconato, nella chiesa parrocchiale di S. Tommaso in Parione, il vicegerente di Roma, Mons. Sebastiano Lunel, lo ordina sacerdote. Continua, anche da sacerdote, l'intensa attività di apostolato, soprattutto tra i giovani, che aveva cominciato da laico. Ed è proprio nella semplicità della sua piccola camera, che Filippo inizia quegli incontri di meditazione, di dialogo spirituale, di preghiera, che costituiscono l'anima ed il metodo dell'Oratorio. Ben presto la cameretta diventa piccola per il numero crescente di amici spirituali, e Filippo ottiene di poterli radunare in un locale, situato sopra una navata della chiesa, prima destinato a conservare il grano ai poveri. Nasce così la 'Congregazione dell'Oratorio', e nel 1575 Papa Gregorio XIII affida a Filippo ed ai suoi preti la piccola e fatiscente chiesa di S. Maria in Vallicella. San Filippo è il santo della gioia, del buon umore, della carità perfetta, dell'integrità spirituale, dell'amore, della semplicità evangelica, della letizia d'animo, dello zelo esemplare e del fervore nel servire Dio nei fratelli. Muore a Roma il 26 maggio 1595. Il suo cuore è talmente grande che ha deformato le coste della gabbia toracica per fargli spazio! I Pontefici ed il popolo romano lo chiamarono 'Apostolo di Roma', titolo riservato unicamente agli apostoli Pietro e Paolo.
MITTITE RETE ET INVENIETIS
Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: " Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: " Figlioli, non avete nulla da mangiare?" Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: " Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse:" E' il Signore!". (Gv 21, 1-7)
Quando era già l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: " Figlioli, non avete nulla da mangiare?" Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: " Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse:" E' il Signore!". (Gv 21, 1-7)
Nessun commento:
Posta un commento