MITTITE RETE ET INVENIETIS

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: " Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: " Figlioli, non avete nulla da mangiare?" Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: " Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse:" E' il Signore!". (Gv 21, 1-7)

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venerdì 25 maggio 2012

San Beda il Venerabile, Dottore della Chiesa


Nasce in Northumbria (Nord-est dell'Inghilterra) verso l'anno 672/673. All'età di sette anni viene affidato all'abate del vicino Monastero Benedettino di San Pietro a Wearmouth, perchè venga educato. Egli stesso ricorda nella 'Historia eccl. Anglorum': “In questo monastero, da allora, sono sempre vissuto, dedicandomi intensamente allo studio della Scrittura e, mentre osservavo la disciplina della Regola e il quotidiano impegno di cantare in chiesa, mi fu sempre dolce o imparare o insegnare o scrivere”. In questo monastero Beda resterà per tutta la vita come monaco e sacerdote, dedicandosi allo studio. Diventa una delle più insigni figure di erudito dell’alto Medioevo, potendosi avvalere dei molti preziosi manoscritti che i suoi abati, tornando dai frequenti viaggi in continente e a Roma, gli portavano. Scrive numerose opere, esegetiche, ascetiche, scientifiche e storiche. Ammalatosi, non smette di lavorare, conservando sempre un’interiore letizia che lo accampagna nella fedeltà al suo ufficio. Beda dedica particolare attenzione allo studio delle Sacre Scritture e alla storia della Chiesa. 
Dice il Santo Padre Benedetto XVI: "Redige con rigore documentario e perizia letteraria la già menzionata Storia Ecclesiastica dei Popoli Angli, per la quale è riconosciuto come “il padre della storiografia inglese”. I tratti caratteristici della Chiesa che Beda ama evidenziare sono: a) la cattolicità come fedeltà alla tradizione e insieme apertura agli sviluppi storici, e come ricerca della unità nella molteplicità, nella diversità della storia e delle culture, secondo le direttive che Papa Gregorio Magno aveva dato all’apostolo dell’Inghilterra, Agostino di Canterbury; b) l’apostolicità e la romanità: a questo riguardo ritiene di primaria importanza convincere tutte le Chiese Iro-Celtiche e dei Pitti a celebrare unitariamente la Pasqua secondo il calendario romano. Il Computo da lui scientificamente elaborato per stabilire la data esatta della celebrazione pasquale, e perciò l’intero ciclo dell’anno liturgico, è diventato il testo di riferimento per tutta la Chiesa Cattolica". (Benedetto XVI Udienza generale 18.02.2009).
Beda muore il 26 maggio 735 giorno dell'Ascensione del Signore.
A distanza di più di dodici secoli dalla morte il Concilio Vaticano II attingerà anche al suo pensiero per redigere la 'Lumen Gentium' e il decreto 'Ad Gentes'
Dice ancora il Santo Padre:
"...con le sue opere, Beda contribuì efficacemente alla costruzione di una Europa cristiana, nella quale le diverse popolazioni e culture si sono fra loro amalgamate, conferendole una fisionomia unitaria, ispirata alla fede cristiana. Preghiamo perché anche oggi ci siano personalità della statura di Beda, per mantenere unito l’intero Continente; preghiamo affinché tutti noi siamo disponibili a riscoprire le nostre comuni radici, per essere costruttori di una Europa profondamente umana e autenticamente cristiana". 

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